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sabato 5 ottobre 2024

Il fallimento politrico-diplomatico 1919

 


La delegazione italiana politico-diplomatica alla Conferenza di Wersailles per la pace nel 1919 non aveva una guida unica, in grado di condurre i negoziati in modo preciso e sicuro. I due massimi esponenti di questa delegazione, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Vittorio Emanuele Orlando e Sidney Sonnino, ministro degli Esteri, nelle loro dichiarazioni ed interventi andavano di prassi in senso diametralmente opposto. Gli altri componenti non avevano voce in capitolo e i funzionari di carriera del Ministero degli Esteri, i tecnici che avrebbero dovuto illuminare i politici, erano dei mediocri burocrati più attenti alla forma che alla sostanza, nessuno che arrischiasse qualcosa pur di evitare errori di procedura diplomatica. L’errore macroscopico che i nostri esponenti fecero fu di insistere in modo parossistico sulla questione della frontiera adriatica, finendo di impantanarsi in sterili ed infruttuose discussioni. Le altre potenze, Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna ne presero atto ed il risvolto di questo errore fu che tutti i punti all’ordine del giorno di importanza globale vennero trascurati. Eppure si trattava di ridisegnare il nuovo ordine mondiale, di definire le riparazioni di guerra, di dividersi gli approvvigionamenti strategici di materie prime, di destinare territori coloniali ecc. tutti punti che interessavano enormemente l’Italia, ma che furono trascurati se non ignorati, tutti fissati sulla questione di Fiume e della Dalmazia. Ovvero in cambio di questa città di di qualche chilometro di territorio dalmata, rinunciammo a partecipare a discussioni di carattere mondiale. Questo atteggiamento tanto miope quanto irresponsabile fece capire alle altre tre Potenze che l’Italia, politicamente, non era una vera Potenza portatrici di interessi globali e planetari. Di conseguenza fu estromessa di fatto da ogni discussione e relegata a semplice ruolo comprimario. Il risultato fu che non partecipando alle discussioni di vero potere e di carattere globale, fummo anche non ascoltati nemmeno per le piccole cose a cui tenevamo tanto, Fiume e Dalmazia che in realtà erano di poco conto in relazione a quello che era in gioco. Un fallimento sia politico sia diplomatico che va tutto a carico non degli “altri” ma di Vittorio Emanuele Orlando e di Sidney Sonnino e della struttura diplomatica italiana.1


1Wenster R.A., Una speranza rinviata. L’espansione industriale italiana ed il problema del petrolio dopo la prima guerra mondiale, in Storia contemporanea, Anno XI, Aprile 1980, n. 2 . Bologna, Società Editrice Il Mulino, 1980, pag219 e segg.

venerdì 4 ottobre 2024

Caratteri Geografici dei territori dell'Impero (1936-1941). Etiopia. VIII Parte Condizioni Climatiche. Clima dell'Altipiano

 SCENARI, REGIONI, QUADRANTI

Progetto Prigionia 2021/1



Tipi di genere della popolazione etiope dell'Altipiano

Clima dell'altopiano. - Nei confronti dell'acrocoro etiopico mancano finora (1937) all'infuori che per Gondar, Addis Abeba, Let Marefià e per le zone del Tigrai e dell'Harar, dati attendibili di osservazioni strumentali.

Gli studi sinora apparsi in argomento sono i seguenti: Dove Karl Kulturzonen van Nord Abessinien, in Petermanns Mitteilungen, Gotha, 1890; De Castro e Oddone, La città ed il clima di Addis Abeba, nel Bollettino Società Geografica Italiana, ., vol. X, Roma, 1909; De Castro L. e Oddone E., Risultati delle Osservazioni metereologiche ad Addis Abeba ed Addis Alem nel bacino dell'Hauase in Abissinia nel Bollettino della Società Geografica Italiana, Roma, vol V, 1905; Eredia e L. De Castro, Sulla climatologia dell' Etiopia, nel Bollettino della Società Geografica Italiana. 1914. Osservazioni meteorologiche furono fatte dall’Intendenza militare italiana in tutte lecalità occupate. La temperatura minima assoluta raramente raggiunge, in questa regione, lo zero; invece le brinate vi si possono considerare abbastanza abbastanza frequenti anche per l’intenso irraggiamento notturno.



Le temperature massima assoluta variano sui 24-35 gradi centigradi e soltanto raramente si possa segnalare giornate con 30°. L'anno meteorologico, secondo Eredia o De Castro, si può dividere. sempre per quanto riguarda Addis Abeba, in quattro periodi termici:

Periodo Caldo: dalla prima decade di marzo alla seconda decade di giugno

Periodo relativamente caldo: dalla terza decade di ottobre

Periodo freddo: dalla prima decade di novembre alla prima decade di gennaio

Periodo relativamente freddo: dalla seconda decade di gennaio alla terza decade di febbraio.

Si possono, così, differenziare nei riguardi delle precipitazioni quattro periodi, ciascuno della seguente durata:

a) Periodo molto piovoso: dalla terza decade di giugno alla seconda decade di settembre.

b) Periodo relativamente secco: dalla terza decade di settembre alla seconda decade di novembre:

c) Periodo secco: dalla terza decade di novembre alla seconda decade di febbraio:

d) Periodo relativamente piovoso: dalla terza decade di febbraio alla seconda decade di giugno.

Relativamente all'umidità dell'aria, per ciò che concerne Addis Abeba, ci soccorrono i dati raccolti dal Lyons dal 1900 al 1904, dati che riportiamo dallo studio dell'Eredia e di L. De Castro, considerando la media delle osservazioni prese, rispettivamente, alle ore nove del mattino ed alle 21.

Gennaio 53 Febbraio 54, Marzo 67, Aprile 70, Maggio 58, Giugno 73, Luglio 78, Agosto 87, Settembre 85, Ottobre 63, Novembre 53, Dicembre 48.

Per concludere, se vogliamo, nei riguardi dello Scioa, riferirci alle nostre stagioni, bisogna dividere l'anno meteorico in quattro periodi, chiamati rispettivamente in scioano: tebbi, hagai, todi, kerempt.

a) Inverno (ottobre, novembre, dicembre): bassa temperatura, scarsezza di pioggia, Elevata escursione diurna, minima umidità relativa, ragguardevole numero di giorni sereni, predominio dei venti di est.

b) Primavera (gennaio, febbraio); mite temperatura, mancanza relativa di pioggia. Elevata escursione diurna, minima umidità relativa, ragguardevole numero di giorni sereni; predominio dei venti di sud-est.

c) Estate (marzo, aprile, maggio, luglio): elevata temperatura, pioggia relativamente abbondante, media escursione diurna, media umidità relativa, pochi giorni sereni, predominio dei venti di sud-est.

d) Autunno (luglio, agosto, settembre.): mite temperatura, abbondanza di pioggia, minima escursione diurna, elevata umidità relativa, pochi giorni sereni, predominio dei venti di nord e di sud-est.

Il clima dell'altopiano è saluberrimo ed è questa la ragione che meglio spiega l'incremento delle popolazione che in esso si è stabilita. Nelle sue plaghe temperate crescono tutte le colture a cominciare dalle cerealicole, e prosperano il tabacco, il caffè ed il lino. Gli indigeni, com'è noto, differenziano pure, nel loro paese, tre zone climatico-agrarie; che corrispondono alle tre regioni agrarie dell'Abissinia propriamente detta: la Quellà, che è la zona calda delle pianure e delle vallate (m. 600-1500), la Woina Dogà o Woina Dagà (1800 – 2200) regione temperata dell'altopiano, dove prevalgono le vigne ecc.; infine la Degà o Dagà che è la zona alpina con flora e fauna diverse dalle precedenti.




giovedì 3 ottobre 2024

Il Mondo el le sfide delle Grandi Potenze

 UNA FINESTRA SUL MONDO


Fonte LIMES  - Rivista Italiana di Geopolitica N: 9 del 2023

La Carta mostra le due grandi guerre in corso tra le Potenze. la Prima tra la Russia e gli Stati Uniti
che si consuma in Europa.  Qui la Nato ha diversi aspetti: La Turchia è un alleato ambiguo ed autocentrato
I Paesi colorati in viola la Carta li porta come avanguardie russe o paesi cuscinetto mentre il nucleo centrale della Nato è dato da Italia Spagna Germania e Francia.

 Indicate anche le aeree di Caoslandia aree mi massima concentrazione dei conflitti del terrorismo e della dissoluzione degli Stati.

La seconda grande area segnata in Asia ed Oceania vede la sfida sicno.americana. Qui la CIna è in coloro in giallo, mentre i paesi in area statunitense sono in verde
 


mercoledì 2 ottobre 2024

Il Ciclo della Ricchezza

 DIBATTITI

 Se può essere utile, quanto segue  è un indice per dare la esatta valutazione di come certe situazioni geopolitiche sono individuabili




IL LAVORO PORTA LA RICCHEZZA

LA RICCHEZZA PORTA LA DISCORDIA

LA DISCORDIA PORTA LA GUERRA

LA GUERRA PORTA LA POVERTA'

LA POVERTA' PORTA IL LAVORO

IL LAVORO PORTA LA RICCHEZZA

martedì 1 ottobre 2024

Caratteri Geografici dei territori dell'Impero (1936-1941). Etiopia. VII Parte Condizioni Climatiche. Clima delle pendici occidentali e delle pianure sudanesi

 SCENARI, REGIONI, QUADRANTI

Progetto Prigionia 2021/1

 Rappresentanti di genere di alcune razze etiopi 

Clima delle pendici occidentali e delle pianure sudanesi. Clima torrido e sotto certi punti di vista assai somigliante a quello delle pendici orientali su cui abbiamo detto più sopra. Le pendici occidentali comprendono i Maria Rossi, Beni Mare, Baza e Cunama, della vecchia Eritrea, il Cafta, L’Uolcait lo Tsegghede, l'Ermaciocò, lo Sciangalla, ecc. zone che vanno normalmente dai 200 ai 1900 m. sul livello del mare. È anche questo un territorio adatto alle colture tropicali e in particolar modo alla produzione del cotone. Beneficia delle sole piogge estive a tipo temporalesco: la temperatura media vi è di circa 21° con un'oscillazione media di 7°, per maggio, che è il mese più caldo e gennaio, che è il più freddo. L'escursione diurna, invece, è notevole; in media è di 11°, ma può raggiungere anche i 21°. Si tratta come si vede, di un clima normale temperato, che somiglia a quello estivo delle nostre città del Mezzogiorno, sopportabile perciò, da parte dei coloni bianchi. Questa è in sostanza, una zona non fra le migliori dell'Etiopia dal punto di vista climatico, ma che potrebbe in particolari circostanze, quando fosse convenientemente attrezzata resa confortevole, aprire la speranza ad una misurata emigrazione di nostri contadini, a cui dovrebbero essere però riservati i lavori di direzione in aziende agrarie a tipo industriale, lasciando i lavori più penosi della coltivazione alle popolazioni indigene acclimatate. Anche qui, si riscontra l'inconveniente della scarsezza delle precipitazioni, ma in molti luoghi come nella valle del Barca, del Setit Tacazzè, dell'Atbara, dell'Abbai, ecc. essendo attuabile l'irrigazione, la coltivazione delle piante industriali potrebbe esser resa possibile con facile remunerativo attivo impiego le maestranze italiane.

Sulle pendici occidentali l'umidità relativa è in media di 36 gradi; le precipitazioni si aggirano sui 500 mm. con qualche aumento per Cheren. In migliori condizioni si trovano le pendici situate entro il vecchio confine politico dell'Etiopia. Nei bassopiani sudanesi la temperatura media è l’oscillazione annua è di 11° con un massimo assoluto superiore (270), assoluto di 50°,5 e un minimo assoluto di 13°,5. Le precipitazioni sono scarse, cioè appena mm. 300, tutte cadute in estate. Vi è chi rileva un clima speciale per l'alto Ogaden e per la regione dei Galla Borana e del Bale; non diremo che esso si può identificare con quello della Somalia settentrionale.