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lunedì 18 agosto 2025

La Legione Straniera tra '800 e '900

                                                                                                                                 APPROFONDIMENTI


Prof. Sergio Benedetto Sabetta



A fine Ottocento la Legione si compone di due reggimenti di fanteria con guarnigione a Sidi-bel-Abbès e a Saida, mantenendo comunque qualche reparto in estremo Oriente, in particolare nel Tonchino con due battaglioni aventi funzioni prevalentemente di polizia.

Già dal 1862, a seguito dello sbarco di truppe francesi in Cocincina, l’imperatore del Vietnam Tu Duc con il trattato di Saigon ne aveva riconosciuto la presenza, tuttavia una continua ostilità delle truppe cinesi e degli irregolari loro alleati i Pavillons noirs indusse Parigi ad inviare nel 1883 un corpo di spedizione che da 4.000 uomini aumentò fino a 40.000 uomini entro l’autunno del 1885, di cui un battaglione della Legione richiesto espressamente dal generale Francois de Négrier, che il 27 settembre 1883 nell’accogliere il reparto sul molo di Haiphong pronunciò la famosa frase “Voi legionari siete soldati destinati a morire e io vi manderò in posti in cui possiate morire”.

Una prima dimostrazione delle capacità e determinazione della Legione si ebbe già il 16 dicembre quando i fanti di marina non erano riusciti a conquistare la fortezza di Son Tay circondata da palizzate, essendo il loro numero prevalente, chiamata dal generale de Négrier la Legione, questa fu dapprima respinta finché un grosso legionario belga, il caporale Mineart, si lancia in avanti brandendo un’ascia, abbatte parte della palizzata, si impadronisce di uno stendardo nero dei mercenari e gridando “ Vive la Légion” salta un fossato. Lo seguono in un furioso assalto alla baionetta gli altri legionari, i cinesi presi alla sprovvista si sbandano e fuggono.

L’ufficiale comandante del caporale nel conferirgli la medaglia al valore militare così lo apostrofa : “ Se tu avessi gridato - Vive la France ! - , adesso avresti la Legion d’Honneur”.

La Legione si illustrò nella successiva battaglia di Tuyén Quang, regione del Don Bac, quando assediata da oltre 12.000 nemici resistette dal 23 novembre 1884 al 28 febbraio 1885 con una forza di due compagnie di legionari, 400 uomini, e una di fucilieri del Tonchino, 160 uomini, al comando del giovane capitano Marc – Edmond Dominé.

I difensori resistettero a ben sei assalti generali, oltre a continui scontri locali, le perdite risultarono al termine dell’assedio di soli 48 morti e 252 feriti per i francesi mentre il nemico ebbe un migliaio di morti, a dimostrazione della disciplina e dell’addestramento della Legione.

Tra il 1893 e il 1897 si susseguirono diversi scontri con il Siam, oggi Tailandia, per il controllo dei territori del Laos oltre al protettorato sul Siam stesso, che al termine della guerra fu tuttavia ridotto alla più semplice area di influenza, sperando nell’appoggio inglese il Siam entrò in guerra con la Francia nel 1893, ma un accordo tra Londra e Parigi sulle aree di influenza in Indocina lasciò il Siam solo che venne rapidamente sconfitto, la Legione partecipò con tre battaglioni agli scontri, il territori acquisito del Laos entrò con l’Annam, il Tonchino, la Cocincina e la Cambogia nel territorio francese dell’Indocina già ufficialmente nato nel 1887.

Infine nel 1885 un ulteriore battaglione della Legione fu inviato a soccorrere il corpo di spedizione francese costituito da tre battaglioni di fanteria marina, 3000 uomini circa, impegnato nell’ operazione Formosa , occupazione di Taiwan, per indurre la Cina ad abbandonare il Tonchino innanzi all’avanzata francese.

La pace fu firmata il 9 giugno 1885, dopo che la Cina fu sconfitta a Tuyèn Quang , con la ratifica dell’abbandono del Tonchino ai francesi e il loro conseguente ritiro da Formosa.

Le perdite in Indocina della Legione furono provocate in prevalenza non tanto dalle battaglie quanto dalle malattie, dal 1887 al 1909 le morti ammontarono a circa 2700 uomini

Ulteriori interventi fuori l’area abituale della Legione avvennero nel 1890 e nel 1892, quando, a seguito dell’accordo con l’Inghilterra sulla spartizione dell’ Africa, la Francia intervenne nel sud del Sahara, la Legione partecipò con 1000 uomini, di cui solo 450 rientrarono al quartiere generale di Sidi Bel Abbès, nella “campagna per il Dahomey” sulla costa degli Schiavi, annettendo tale area a sud del Sahara.

Altra missione in Madagascar, quale conseguenza del Trattato di Berlino del 1884 – 1885 che definiva tra le Potenza europee le sfere d’influenza commerciale e la penetrazione coloniale in Africa, questo per limitare l’espansionismo coloniale inglese che tendeva a collegare l’India all’Africa rendendo l’ Oceano Indiano un Oceano britannico.

Nel 1895 a seguito del trattato un battaglione della Legione inquadrato su quattro compagnie si imbarcò per la Grande isola, faceva parte di una spedizione di 15 mila uomini al comando del generale Duchesne, entro l’anno fu conquista la capitale Tanarive e la regina Ranavalona accettò il protettorato francese.

Dopo un anno sorsero attriti con la regina, il 1 settembre 1896 un battaglione della Legione, inquadrato su quattro compagnie, si imbarcò ad Orano, tra il 1897 e il 1898 vi furono una serie di scontri con forze superiori di uno a dieci, anche se male organizzate, la capitale rapidamente espugnata e la regina venne esiliata, il regno divenne un protettorato francese, nel 1901 arrivò un secondo battaglione che costruì, quali genieri, nella foresta tropicale una strada chiamata dell’Ambra.

Le perdite in tutte queste spedizioni furono dovute prevalentemente per motivi sanitari, quali malattie endemiche, condizioni igieniche spesso assenti e clima insopportabile, tanto che in Madagascar su 21.000 uomini del corpo di spedizione ben 5.000 morirono per malattie e solo 25 in combattimento, di cui 260 legionari.

All’inizio del Novecento tuttavia l’attenzione si concentra nel sud di Orano e verso il Marocco, la tranquillità dell’Algeria esigeva il controllo dell’estremo sud da cui partivano periodicamente grandi rivolte delle tribù berbere, esaltate con la dichiarazione della guerra santa.

Si era quindi proceduto all’occupazione delle oasi sahariane di Touat, TidiKelt, Gourara, per procedere in profondità fino a Figuig e a Igli, due compagnie occuparono Timimoun, per giungere nel 1901 ad occupare Beni-Abbès e Kersas.

Nel 1900 e nel 1903 per due volte a En – Moungar la compagnia a cavallo del 2° straniero fu impegnata in combattimento, la seconda volta la lotta si protrasse per ben otto ore contro i cavalieri marocchini, su 113 legionari, 2 ufficiali e 34 legionari caddero con 47 feriti, solo l’intervento a fine giornata della compagnia a cavallo del 1° straniero salvarono i resti della compagnia a cavallo del 2° straniero.

Nel novembre 1903 le compagnie a cavallo della Legione avanzarono nel sud fino a Kersas, nella primavera del 1904 vennero occupati dalle compagnie a cavallo una serie di capisaldi a 150 Km l’uno dall’altro stabilizzando la frontiera marocchina, solo a partire dal marzo 1907 il problema del Marocco si ripresenterà prepotentemente con l’occupazione di Oudjda a marzo e Casablanca ad agosto.

A partire dal 1908 comincia la penetrazione francese con il 1° straniero nel Marocco orientale e il 2° straniero nel Marocco occidentale, le operazioni furono rallentate a seguito dei negoziati diplomatici che si stavano svolgendo che dovevano portare al riconoscimento del protettorato francese sul Marocco.

Il sultano Abd-el-Aziz in lotta con il fratello era assediato nella capitale Fez dai Berberi e implorava l’aiuto delle truppe francesi, nel maggio-giugno del 1911 una colonna comandata dal generale Moinier occupò la capitale, questo causò l’intervento tedesco chiamato “incidente di Agadir” (luglio-novembre 1911).

Nel marzo 1912 fu firmato il “trattato di Fez” a cui seguì quasi immediatamente il 17 aprile la rivolta delle tribù con il massacro di alcuni ufficiali europei, il 23 maggio i Berberi davanti l’assalto alla città di Fez, penetrati nella città vennero respinti, ritornando alla carica il 28 maggio, infine la città fu liberata e le truppe di confine iniziarono la marcia su Tazza che fu occupata nel 1914 con l’unificazione dei “due Marocchi”.

In questi frangenti vi furono scontri violenti con perdite elevate da parte della Legione, in tutti questi scontri il più famoso per le perdite subite è quello di Alouana che ripete lo stile “Cameron”, ne è testimonianza l’ordine del giorni del generale Toutèe.

“Il 15 maggio del 1911, arrivato al termine della sua ricognizione, il capitano Labourdette, comandante della 2° compagnia del 1° straniero volle assicurarsi il dominio di un villaggio fino allora poco conosciuto, lo ksar d’Alouana, ch’egli vedeva sotto un cerchio di montagne. Preoccupato dell’incolumità dei suoi uomini, lasciò o rimandò indietro la maggior parte dei suoi effettivi e discese con pochi legionari fino a quella località che era – egli lo ignorava- il nascondiglio di una banda importante.

Accolto a colpi di fucile, si ritirava lentamente allorché uno dei suoi fu ferito ed ebbe bisogno di soccorso. Subito, con chiara visione dell’ultimo sacrificio, tutti gli uomini lasciate indietro, tenente in testa, si precipitarono nella mischia e formarono, intorno al loro capitano, un cerchio di intrepida difesa.

Circondati da tutte le parti, essi lottarono per cinque ore, salvando i loro feriti, recuperando i loro morti, fino all’arrivo del resto del battaglione. Su 35 uomini raggruppati intorno al capitano Labourdette, 29 morirono, gli altri furono feriti”.

Quando vinto lo scontro si raccolsero i corpi, si trovarono nelle tasche di due di essi gli otturatori dei fucili che avevano nascosto prima di morire per renderli inutilizzabili dal nemico.

Fino alla Grande Guerra la legione straniera era poco conosciuta nella Francia metropolitana e considerata un corpo militare stravagante, rifugio di avventurieri, criminali, teste calde, rivoluzionari ricercati in patria, disperati e indebitati, l’attenzione è riservata solo ai reggimenti metropolitani, se si vuole andare nei paesi esotici ci si arruola negli zuavi o nei cacciatori d’ Africa.

Con La Grande Guerra tutto cambia, per la prima volta il 14 luglio 1917 un distaccamento della Legione sfila a Parigi, con l’inizio delle ostilità una moltitudine di stranieri si presenta per arruolarsi, vengono costituiti quattro “reggimenti di marcia” che formati in Francia intorno al nucleo attivo dei quadri mandati dall’Africa del nord nel 1915 vengono inquadrati nel celebre “reggimento di marcia della Legione Straniera”.

Vi è il sentimento di difendere Parigi e il suo fascino dalla violenza barbarica dei tedeschi, vi era l’illusione di battersi con splendide assalti alla baionetta senza conoscere la violenza e i massacri delle mitragliatrici o dei pezzi da 210.

Tranne l’azione del 15 marzo 1915, quando venne occupato il villaggio di Dampierre-La Sucrerie durante la guerra delle linee, non vi furono altre azioni eclatanti, il 13 luglio 1915 il reggimento fu sciolto, gli uomini passarono agli altri reggimenti di marcia.

Il 9 maggio 1915, nel settore dell’Artois, di fronte al villaggio di Neuville – Saint – Vaast, ad ovest del settore della Targette, alle 5 del mattino i battaglioni del 2° reggimento di marcia del 1° straniero erano pronti per l’attacco, si trovavano di fronte una brigata di Bavaresi e un reggimento di prussiani, alle 6 comincia il bombardamento delle difese nemiche che durerà per 4 ore con una intensificazione progressiva, alle 9,40 i legionari si portano nelle postazioni d partenza, il colonnello Cot ispeziona i reparti e pone il suo comando in prima linea.

Alle 10 il battaglione del maggiore Noirè, esce all’attacco, la trincea nemica di prima linea è rapidamente superata, poi vengono accolte da un intenso fuoco di fanteria, mentre saltano le linee, le perdite sono ingenti, con la morte del maggiore e di altri tre capitani, nel frattempo si è lanciato all’assalto il battaglione del maggiore Muller, di rincalzo al precedente, anch’esso subisce notevoli perdite con la morte del maggiore.

L’avanzata comunque continua nonostante le perdite, la carica suona senza interruzioni, alle 11 quota 123 è raggiunta, alle 11,30 quota 140 è conquistata, per una profondità di 5,5 Km tutto è distrutto, si attendono i rincalzi che tardano, il nemico sferra un violento contrattacco ma viene respinto, alle 2 del mattino finalmente arriva il cambio, dinnanzi alla Legione vi era il vuoto, bastava avanzare, ma mancano i rincalzi, nessuno si aspettava una tale vittoria.

La battaglia è costata 50 ufficiali e 1889 legionari, tra morti, feriti e dispersi, viene citata all’ordine dell’esercito.

Altri attacchi avvennero il 16 giugno 1915 nella regione di Souchez, il 25 settembre 1915 due reggimenti partecipano alla sanguinosa offensiva della Champagne, il 4 luglio 1916 la Legione con il reggimento di marcia partecipa alla battaglia della Somme, perde 25 ufficiali e 844 uomini ma occupa il villaggio di Belloy, obiettivo assegnato, e fa 750 prigionieri.

Nel marzo 1917 partecipa all’offensiva del Chemin des Dames, nell’agosto 1917 il reggimento di marcia sale a Verdun, partecipa all’offensiva impadronendosi di un fronte di 3,5 Km , catturando 700 prigionieri di quattro reggimenti diversi oltre a 14 cannoni.

Nel 1918 si batte a Flirey, in Piccardia, a Bois de Hangard e a Villers – Bretonneux, nella terza battaglia dell’Aisne a Soissons, sulla Marna, a Dommiers, a Chaudun, fino allo sfondamento della linea Hindenburg.

Fino all’ingresso trionfale a Chateau – Salis tra le acclamazioni della gente e il suono della banda, il 14 luglio 1919 una compagnia d’onore del reggimento di marcia con la bandiera sfila per Parigi, è la consacrazione della Legione che diventa mito, il 14 settembre 1919 la bandiera è decorata con la croce di guerra.

Molti stranieri si erano arruolati per difendere la Francia, faro di civiltà, dalla barbarie tedesca identificata nella Germania guglielmina, come Alan Seeger, nato a New York nel 1888, appassionato di lettere e filosofia, laureato ad Harvard, venuto a Parigi compose una raccolta di versi intitolata Juvenilia che cercò di fare pubblicare in Inghilterra e in Belgio, nell’agosto 1914 si arruola con cinquanta compatrioti nella Legione, così scrive alla madre :

Ama la Francia. Cerca di comprendere la nobiltà, per così dire senza confronti, dello sforzo compiuto da questo ammirevole popolo e ciò sarà il migliore conforto per quello che sono pronto ad affrontare per la sua causa.

In una lettera pubblicata dal giornale New Republic scrive:

Non potevo continuare a godere delle care cose della vita per difendere le quali i miei amici versano il loro sangue … Al ritorno, essi mi avrebbero domandato: Dove sei stato durante questo tempo? Cos’hai fatto? Anche questa sola domanda sarebbe stato un rimprovero.

Entra nel 2° reggimento di marcia del 2° straniero, dall’ottobre 1014 al luglio 1916, quando cade in combattimento, è in trincea, così scrive nella sua ultima lettera del 28 giugno 1916 davanti a Belloy – en - Santerre :

Attaccheremo domani, avremo l’onore di appartenere alla prima ondata. Quando si prende parte a simili imprese, la cosa migliore è di parteciparvi in pieno.”

Cadde tra i primi e sepolto l’indomani direttamente sul campo di battaglia, la sua tomba non fu mai ritrovata, dal padre che l’aveva inutilmente cercata fu donata al campanile della chiesa di Belloy una campana con il nome della madre.

Il reclutamento era il più ampio possibile e andava dai criminali, vagabondi, gente disperata senza arte né parte, ricercati dalle polizie, ai disertori tedeschi, a uomini pieni di debiti, agli anarchici italiani, ad ex militari inglesi senza altre possibilità, infine a romantici sognatori, magari delusi nei propri amori.

L’addestramento durissimo, una routine rigorosissima con una atmosfera di violenza sia nella piazza d’armi che nelle baracche, i sottufficiali pronti a prendere a calci e pugni coloro che non eseguivano prontamente gli ordini, anche se non capiti per la differente lingua usata, violenti alterchi tra legionari sia nei cortili che nelle camerate, spesso finiti a scazzottate.

La routine quotidiana era data dalla sveglia alle quattro, colazione con pane e caffè nero, poi marce, lezioni, pulizie, poligono, ordine chiuso o esercitazioni sul campo, le distrazioni erano il gioco e l’alcool, le diserzioni sono dell’ordine dell’8-9% e avvengono solitamente fuori zona, ossia nei trasferimenti fuori dall’Algeria, si pagano spesso con la vita, vi sono taglie, vivi o morti e si spara sui disertori, fatto che induce molti elementi delle tribù arabe alla loro caccia.

Vi è una malattia tipica della Legione il “cafard”, il tedio, un legionario improvvisamente esasperato impazzisce, afferra un’arma, ammazza un suo camerata, uno dei suoi sottufficiali e quindi si suicida, giustiziandosi.

Le autorità tedesche sono contro la Legione e cercano di scoraggiare l’arruolamento dei connazionali, ne favoriscono la diserzione, arrivando a scontri diplomatici con le autorità coloniali francesi, ma la disciplina ferrea amalgama gli uomini, gente che non ha niente da perdere, tanto che il risparmio non esiste vista l’aleatorietà quotidiana, circostanza che crea il mito romantico della Legione.

Vi sono personaggi leggendari come il tenente De Selchauhausen, un raffinato aristocratico dell’esercito danese che aveva dovuto allontanarsi dalla corte per delle disavventure amorose, accolto con entusiasmo, si illustrò nella campagna del Tonchino destando l’ammirazione dei colleghi e dei suoi uomini.

Qualche giorno dopo la sua morte a El – Moungar nella cerimonia in onore dei caduti della Legione, il comandante Bonnelet, pronunciato un commovente discorso, si tolse la propria croce della Legion d’honneur e la pose sul corpo del tenente danese in segno di considerazione, rispetto e amicizia per il valore mostrato, dicendo:

mio coraggioso Chau, non avevi che un solo desiderio, quello di rientrare nel tuo piccolo Paese con questa croce della Legion d’honneur che desideravi tanto e che avevi così ben meritato nel Tonchino e su queste frontiere. Ma se i tuoi capi non te l’hanno data, te la do io, che ti conoscevo e che ti piango.

Per quel gesto a Bennelet furono inflitti otto giorni di arresto, ma ebbe in cambio le più calorose felicitazioni degli altri ufficiali che avevano conosciuto e apprezzato il giovane tenente danese.

Bibliografia

  • L. Garros, Storia della legione straniera, Res Gesae, 2015.

  • J. Parker, Dentro la legione straniera, Longanesi& C., 1998.

  • D. Vecchioni, Legione straniera. Storia, regole e personaggi, Diarkos, 2022.



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