DIBATTITI
Il “Rapporto Matteotti” ritrovato
Stefano Bodini
“A Milano, presso la Base scout regionale lombarda dell’AGESCI, è presente il Centro Studi e Documentazione “Mons. Andrea Ghetti - Baden”, la cui finalità è quella di preservare ed approfondire il secolare patrimonio culturale scout. Negli scantinati di tale struttura, realizzata nel secondo dopoguerra, si sono accumulati faldoni e documenti oramai da molti decenni. Nel paziente tentativo di mettere ordine fra le vecchie scaffalature, alcuni mesi fa aprii uno scatolone, il cui cartone era già indice di estrema vetustà. Senza un apparente collegamento logico, vi erano stati stipati, in maniera però maniacalmente precisa, documenti personali, centinaia di articoli di carattere politico e pubblicazioni varie di attualità dell’epoca, raccolti da tale Alcibiade Malagutti (Malaguti, in certi altri carteggi). Il tutto ricopriva un arco temporale di circa 25 anni, ovvero dal 1921 al 1947.
All’ interno di una busta, il ritrovamento più inatteso, e certamente il più importante, ovvero l’inchiesta, avente titolo “Un anno di dominazione fascista”, dell’On. Giacomo Matteotti. Tale pubblicazione stampata è una copia originale (cioè del 1924); consta di 91 pagine e, in terza di copertina, riporta la dicitura: Tip. …. - Roma, dove è evidente la cancellazione del nome della stamperia, anche se dalle flebili tracce dell’inchiostro rimasto, parrebbe leggersi “Mazzini”...
Nella prima pagina, già in copertina, appare il
Sommario, diviso in tre parti;
- la prima riguarda la situazione economico-
finanziaria del Paese
- la seconda è relativa agli Atti del Governo Fascista
in merito alla politica Tributaria, Doganale, ed Economica, ai Lavori Pubblici,
alla Giustizia, alle Scuole, agli Ordinamenti Militari, alla Polizia di
Partito, alle Elezioni.
- la terza è una lunga (ben 37 pagine) e dettagliata raccolta delle violenze fasciste operate in Italia fino ad allora e sulla libertà di stampa, progressivamente negata dal Governo.
Sul contesto di tale ritrovamento nella nostra “Casa
dello Scout”, pur avendo elaborato alcune ragionevoli ipotesi su chi potesse
essere questo Alcibiade Malagutti (sconosciuto negli archivi associativi
lombardi), preferisco tuttavia evitare considerazioni ed attenermi alla realtà
documentale presente in questo Fondo, a lui dedicato, nella speranza che un giorno
si possa svelare il mistero di questo ritrovamento.
In occasione infine del centenario del vile delitto,
auspico che anche questa semplice condivisione archivistica possa, ancora una
volta, dare voce e rendere memoria alla eroica testimonianza di Martire della
Libertà dell’Onorevole Giacomo Matteotti.”
27 gennaio 2024
Fabio Pavanati Resp.le C.S.D. “Mons. A. Ghetti -
Baden” Milano “
Il 10 giugno 1924 il deputato On. Giacomo Matteotti
lasciò la sua abitazione per dirigersi in Parlamento[1]
.
Come è noto non arrivò mai a destinazione perché lungo
il tragitto venne rapito e ucciso da cinque malviventi che appartenevano alla
Ceka [2]
del governo fascista: Amerigo Dumini, Albino Volpi, Giuseppe Viola, Augusto
Malacria e Amleto Poveromo. Mandante di questo delitto fu direttamente il capo
del Governo, Mussolini, che si sarebbe autodenunciato del crimine durante il
famoso discorso alla Camera del 3 gennaio 1925 “[…] Se il fascismo è una
associazione a delinquere, allora io ne sono il capo […]”. Con quel discorso, storicamente
si riconosce l’inizio dell’ultima fase del progetto mussoliniano di
fascistizzazione dell’Italia: il cui culmine sarebbe stato raggiunto nel 1929:
con le elezioni a lista unica e la firma dei Patti del Laterano3 . Tutto questo
probabilmente non sarebbe avvenuto se Matteotti fosse riuscito a intervenire
quel giorno in Parlamento. Il rapimento e l’omicidio del deputato socialista
sono uno “sliding doors” nella storia italiana. È un delitto che segna uno
spartiacque tra[3] un
prima e un dopo, direttamente legato alle conseguenze che questo avvenimento ha
implicato. Pur con tutti gli impegni della attività politica, da deputato
socialista, Matteotti aveva raccolto i dati per sconfessare la propaganda
fascista contestando quasi ogni singola voce dell’attività di Governo.
Questo lavoro, certosino e ampio, fu tradotto a sue
spese, semiclandestinamente, nella pubblicazione intitolata “Un anno di
dominazione fascista. “Una copia, originale è stata casualmente e
fortuitamente ritrovata tra i materiali conservati presso la sede di AGESCI
Lombardia a Milano. Sorprende lo stato di conservazione, buono considerato il
supporto cartaceo utilizzato, piuttosto scadente, diffusa negli anni ’20.
Secondo alcune ricerche pare che l’On. Matteotti avesse rintracciato in un
viaggio in Inghilterra, nella primavera del ’24, le prove delle tangenti
ricevute dai governanti italiani dalle antenate delle sette sorelle del
petrolio, per alcuni appalti che riguardavano l’Agro Pontino.
La notizia di queste scoperte giunse a Mussolini: condannando il deputato alla sorte che gli toccò il 24 giugno. Ma già prima di questa fatale scoperta, il deputato socialista aveva raccolto tutti i dati per la realizzazione della già citata pubblicazione: l’opera si presenta come l’analisi di ciascuna voce dell’attività di governo e di bilancio durante il primo anno del fascismo al potere. Si considera particolarmente significativa la particolare essenzialità dei commenti dello stesso Matteotti a ciascuna voce di spesa. Senza perdersi in dettagli superflui riuscì ad analizzare i dati presentati in maniera chiara e coincisa, spiegando talvolta come l’attività del precedente governo avesse subito ancora gli influssi della guerra appena conclusa.
[1].Per i dettagli sul delitto
Matteotti, quello che ha comportato e soprattutto le cause si rimanda, in
particolare, al testo MAURO CANALI, Il delitto Matteotti, il Mulino,
2015 Bologna.
[2]. Il termine deriva dalla polizia politica sovietica
sorta con un decreto del 20 dicembre 1917, a seguito dei
fatti della
“Rivoluzione di ottobre”
[3]. Il primo accordo tra un Governo
Italiano e la Chiesa Cattolica dopo l’unificazione e la presa di Roma del 1870.

Nessun commento:
Posta un commento