DIBATTITI
Frammentazione della coscienza
Sergio Benedetto Sabetta
Dalla fine
della Guerra Fredda si sono succeduti una serie continua di conflitti in un
apparente periodo di pace che ci fanno porre delle domande.
Negli esseri
viventi vi è una coscienza nascosta quando si percepisce ma non si è
consapevoli, in una dissociazione tra percezione e sensazione quale
consapevolezza, solo nel momento in cui i due termini si riuniscono si ha la
consapevolezza della distinzione tra il mio e l’altrui essere, in altri termini
si ha la coscienza esplicita, ovvero una intelligenza cosciente.
Il
riconoscimento reciproco risulta più facile tra simili, ovvero tra coloro che
possiedono gli stessi valori in una omogeneità culturale (Hegel), tuttavia la
società omogenea può sfociare nell’estremismo di un nazionalismo esasperato di
lingua, religione, razza, creando una distopia questo comunque non esclude
anche in assenza di una omogeneità totale delle simmetrie locali mediante una
associatività.
Il male può essere
naturale o morale, ossia umano, (etica), la tecnologia tuttavia ha fatto sì che
molto del male naturale sia diventato umano, ovvero morale, dipendendo da una
decisione ossia valutazione cosciente.
Se in
Socrate il male è conseguenza di una mancata conoscenza quale mancata
educazione (Paideia), per Hobbes l’umanità è sì intelligente ma anche cattiva,
per cui alla Paideia occorre aggiungere la legge (Nomos) intesa non solo in
termini repressivi ma anche quale organizzazione di una società migliore, infatti
un ulteriore elemento che favorisce la malvagità è la disorganizzazione
proveniente dal Caos.
Elemento
portante dell’organizzazione, come della Paideia e del Nomos, è l’informazione
che nel dare risposte alle domande supera l’insipienza derivante dall’incertezza,
infatti l’ignoranza non è che la mancanza della domanda, pertanto
l’insegnamento è quindi abituare a porsi domande, tanto domande giuste che riflettere sulle eventuali domande mancate.
Il porsi
domande a vicenda diventa in questa ottica un arricchimento nascendo la
conoscenza dalla domanda a cui la risposta fornisce il perché, da cui se ne
deduce che l’informazione inquinata impedisce il giudizio sulla realtà deviando
l’etica, essendo questa basata sull’informazione.
In una
struttura complessa la quantità di energia necessaria al fine dell’elaborazioni
dei calcoli per la conoscenza cresce con la complessità (Teoria della
complessità), in questo processo punto focale è l’astrazione del modello su cui
applicare la domanda quale realtà, ossia trarre la funzione per paragonarla
mediante parametri al modello prescelto.
La risposta
dipende dalla domanda per cui si avranno modelli diversi, da qui ne derivano
tre rischi:
1) Domande sbagliate, perdendo di vista
l’oggetto della domanda;
2) Domande irrilevanti ;
3) Domande parziali.
Dobbiamo altresì considerare che
l’intelligenza viene bloccata da una sovra informazione deviata, vi è comunque
nell’intelligenza una responsabilità della conoscenza, tuttavia nella modernità
l’autorità è performativa, indipendente dalla conoscenza ed è costituita da tre
elementi: l’apparenza, la coerenza narrativa e la sicurezza nel manifestarsi al
pubblico.
La sicurezza è di per sé
magnetica, si parla per slogan e frasi
semplici, nell’attuale età di confusione la sicurezza è l’elemento
fondamentale, ma la confusione determina una economia nell’attenzione fondata
sulla frammentazione dell’impulso, privo di ragionamento.
Questo favorisce gli elementi che
agiscono emotivamente e non con coscienza e cultura, strategicamente, colui che
nell’agire senza incertezza sa apparire, quindi attira, rafforza il potere
legittimandolo e senza metterlo in discussione, nell’occupare il potere, si
mette all’altezza della massa. Afferma Nietzsche che la vita ricompensa il
coraggio ma punisce il saggio, infatti essa premia l’azione che casualmente
risolve, così che il sistema viene a premiare il coraggio indipendentemente
dalla saggezza nel caos.
Se per Platone dobbiamo rivolgerci
alle idee per superare le contraddizioni che sono in noi, Cartesio e Kant
affermano sull’insegnamento platonico che noi non conosciamo la realtà, ma la
semplice sua rappresentazione, pertanto dobbiamo porre domande alla Natura per
ottenerne risposte, nasce la scienza moderna di Torricelli, Copernico, Galileo,
Newton, da cui l’affermazione di Hegel che quello che è razionale è reale, come
simmetricamente quello che è reale è razionale.
A questa rappresentazione della
Natura si contrappone Schopenhauer il quale afferma agire la Natura per se
stessa, forza irrazionale senza scopo, dove il corpo è bisogno e desiderio,
figure della mancanza, ma dai desideri soddisfatti nascono altri desideri fonte
di fatica e dolore, quindi si genera nella prospettiva del sé ma in realtà per
la potenza della specie, i cui elementi corporei sono aggressività e sessualità
ai quali si contrappone la compassione, l’arte e l’ascesi, ponendo l’essere
fuori dal tempo e dal desiderio, contro la volontà della Natura.
Freud riconosce a Schopenhauer il
merito di avere inventato la psicologia alla quale lui ha solo aggiunto i dati
medici, dove nel dovere subentrare l’Io all’Es, in un passaggio dal piacere
alla realtà mediante il lavoro, Freud ha trovato le regole per governare
l’inconscio.
Nietzsche osserva che per vivere
l’essere umano ha bisogno di un senso in contrapposizione alla morte che è
l’implosione del senso, Prometeo ha donato la tecnica e quindi l’illusione,
quella che Platone definisce la razionalità quale rimedio alla tragicità dove
l’idea nel superare l’inganno dei sensi svela la realtà mediante l’astrazione.
In Nietzsche la ragione è un sistema
fondato sul principio di non contraddizione, arte della designazione non
equivoca, essa deve condurci fuori dall’imprevedibile, la ragione è quindi
prevedibilità, ossia la causalità uscendo per tale via dall’angoscia
dell’imprevedibile, tanto che anche la mitologia può essere vista come ricerca
delle cause.
Abbiamo visto che nella stabilità
della prevedibilità si ha la sicurezza e il benessere, fuori
dall’incalcolabile, ma in essa si ha anche l’identità frutto della certezza
proveniente dalla società, ovvero dal rapporto relazionale, la scienza nata da
Cartesio non è che una ulteriore precisazione del calcolabile derivante dal
mondo delle idee di Platone al fine di definire la realtà.
La verità per Platone è la corrispondenza
tra l’dea e l’oggetto, ad essa si contrappone Nietzsche per il quale è una
costruzione al fine di potere vivere nel mondo e come tale una forma di salute, ossia di vita, tuttavia essa è epocale e non
eterna. Ragione e verità non coincidono, la ragione permette la costruzione di
una serie di regole per una comunicazione non equivoca, così da permettere una
connessione che ci eviti l’imprevedibilità.
L’informazione è costituita dai
“dati”, intesi come differenze, dalla “sintassi”, differenze ordinate secondo
regole, e “semantica”, significato, essa ha una sua tridimensionalità data
dall’essere nel mondo, per qualcosa e su qualcosa, nell’attuale eclissi
dell’analogico a favore del digitale si crea una nuova identità della persona
che può essere manipolata fino ad una totale sovrapposizione che ne permette
una manipolazione completa.
Attualmente alla vecchia I.A.
simbolica, fondata su regole deterministiche di cui è possibile calcolare i
passaggi, si è sovrapposta la nuova I.A. generativa che lavorando in termini
statistici ha alte probabilità di errore con problemi di proprietà
intellettuale e raccolta casuale di dati, anche falsi ed errati, tanto che a
fronte di un 70% di risposte esatte vi sono circa un 30% di risposte errate,
circostanza che tra l’altro ha ridotto notevolmente nell’attuale momento
storico l’interesse delle imprese per la nuova I.A. generativa nonostante
l’enorme flusso di investimenti (la fine di un’epoca, Franco Bernabè,
Università di Trento, Wired Next Fest 2025), dobbiamo tuttavia considerare che
l’essere umano ha pulsioni e non istinti come gli animali, quindi ha bisogno di
educazione e di istituzioni valide.
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