APPROFONDIMENTI
(Testo
rilasciatomi dal figlio Massimo)
Osvaldo Biribicchi
Ezio
Maroncelli è nato a Civitavecchia il 31 agosto 1910, dove è morto a 84 anni, il
19 marzo 1994. La sua vita è stata illuminata dagli ideali di libertà e di
giustizia, per la cui difesa ha affrontato e combattuto con giovanile coraggio
il fascismo, la dittatura, la terribile guerra. Giovanissimo operaio edile,
nell'impresa dell'Ing. Amaturo, cominciò a conoscere le angherie che il
fascismo, all'epoca, riservava ai comunisti, ai socialisti, agli arditi del
popolo, alla sinistra. Ezio, con altri, veniva arrestato
ogni volta che qualche gerarca era in visita in città, o alla vigilia di
giornate sospette, come il primo maggio. La famiglia, che intanto si era
costituita, scontava le durissime sofferenze di una vita difficile e incerta,
lenite in parte dalla solidarietà di qualche parente o amico. Ezio si era temprato in questa
lotta, clandestina e aspra, durante la quale aveva conosciuto altri combattenti
della libertà, tra cui Antonio Morra (Toto) che con lui dirigerà la guerra
partigiana, nella zona. Il 14 maggio 1943, giornata del primo e
furibondo bombardamento sulla città, Ezio era in carcere e non poté occuparsi
della famiglia che sfollò da Civitavecchia, trovando ospitalità a Roma presso
parenti. Il 25 luglio 1943, dopo l'arresto di
Mussolini, usci dal carcere e subito intraprese una paziente opera di
collegamento con i compagni e gli antifascisti che erano sfollati da
Civitavecchia. L'8 settembre, con il crollo militare dell'Italia e il
disfacimento dell'Esercito, Ezio Maroncelli diede vita ad una formazione
partigiana, che all'inizio si componeva di circa 20 elementi, soprattutto
giovani, ed alla quale, poi, aderivano volontariamente diversi militari
sbandati, sottufficiali e di truppa, tanto che - pochi giorni dopo - il 24
settembre la formazione era divenuta abbastanza forte per poter operare
autonomamente contro il nemico. La Banda Maroncelli raggiunse un organico di
circa 80 elementi attivi ed un centinaio di patrioti, con funzioni di
collaboratori, informatori staffette. La Banda operò attivamente nella zona di
Civitavecchia, Allumiere, La Bianca, Tolfa, e in altri settori dell’Alto Lazio,
con nuclei dislocati nei boschi, arrecando danni alle truppe tedesche, con
rastrellamenti, sabotaggi, assalti improvvisi, affondamento di natanti nel
Porto, rapide imboscate. Sono 14 i partigiani caduti in
combattimento che, oggi, vogliamo onorare insieme al loro comandante, Ezio
Maroncelli, equiparato al grado di Capitano, con la dichiarazione della
Presidenza del Consiglio dei Ministri del 20 gennaio 1947. Il Presidente della Repubblica, su
proposta del Ministro della Difesa, ha conferito il 1° Dicembre 1975 a Ezio
Maroncelli la medaglia d'argento al valor militare, con questa esaltante
motivazione: "fervente patriota e perseguitato politico del regime
fascista, fu nell'Alto Lazio, subito dopo l'armistizio, l'intelligente
organizzatore di una bellicosa formazione partigiana che guidò con valore e
capacità in numerosi combattimenti ed azioni di sabotaggio, ignorando rischi e
superando enormi difficoltà. Prima dell'arrivo delle forze alleate nella zona,
alla testa della sua formazione, affrontava con aspro combattimento forze
preponderanti nemiche in ripiegamento, causando ad esse gravi perdite in uomini
e mezzi. Fulgido esempio di audace combattente e
di deciso assertore dei supremi ideali di Libertà e di Giustizia. Zona di Civitavecchia, 8 settembre
1943 – 7 giugno 1944”. Onore e gloria, dunque, a questo eroico
concittadino, che subito dopo la liberazione di Civitavecchia (9 giugno 1944) e
dei Comuni vicini continuò ad esercitare, attraverso la Banda partigiana,
un'azione sociale di assistenza e di difesa in favore delle popolazioni,
strette nella morsa della fame e oppresse dalla borsa nera. Costituitosi il
C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale), la banda partigiana si sciolse ed
Ezio Maroncelli, riunitosi, dopo così avventurose vicende, alla moglie e ai
figli, tornò al suo lavoro giovanile, l'edilizia, dove si sperimentò e si
affermò come apprezzato imprenditore. Egli non cessò mai di coltivare e di
alimentare negli altri gli ideali per i quali aveva speso la sua giovinezza,
sostenendo l'attività del P.C.I., delle Amministrazioni popolari, e delle
Associazioni a lui più care l'ANPI e l'ANPPIA. Nonostante che i meriti acquisiti gli
consentissero di aspirare e di accedere alle cariche pubbliche, Ezio mostrò
sempre una coerente posizione di distacco, lasciando che altri affrontassero le
nuove e impegnative battaglie dell'Italia libera e democratica. Anche per
questo nobile disinteresse egli merita di essere ricordato, schivo e scevro da
pubbliche responsabilità. La politica, la lotta, il lavoro - grandi
sue passioni - ma la famiglia è stata fino agli ultimi giorni della sua vita il
suo indistruttibile amore e legame. La moglie Maria e Milvia, Feriana, Massimo,
i suoi figli, sono stati, nonostante le traversie inevitabili, il centro della
sua vita, la sua principale attenzione, la sua speranza. I figli che custodiscono con affetto, la
memoria, i ricordi di un padre così motivato, sono eredi di una educazione
maturata nell'antifascismo, nella Resistenza, nella Liberazione, e poi nella Democrazia
Repubblicana e possono, oggi, essere fieri dell'omaggio che la città rende al
loro indimenticabile padre: Ezio Maroncelli.
Bibliografia
- Sitografia
Galiani
C., Anatomia di due bande, Spazioliberoblog, 2019.
La
storia della Compagnia portuale, in https://cpcivitavecchia.it/lastoria/compagniaportuale.
Fresi
S., Bombardamento di Civitavecchia 14 maggio 1943 - 12 giugno 1944, in http://www.arsbellica.it/pagine/battaglie_in_sintesi/Civitavecchia-1943-1944.html.
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