DIBATTITI
Prof. Sergio Benedetto Sabetta
Cercatori di soddisfazioni immediate, accumulatori seriali di emozioni, condannati alla scomparsa di ogni punto di riferimento comunitario, abituati all’epoca in cui “alla bulimia dei mezzi corrisponde l’atrofia dei fini” ( Paul Ricoeur) : c’erano una volta i giovani. ( G. Gallone, C’erano una volta i giovani: come rianimarli,101, in Limes, Una certa idea di Italia, 2/2024).
La nascita dello stato moderno nel XVIII° secolo porta alla creazione di una sfera pubblica della famiglia sottratta allo spazio privato delle politiche parentali, nasce al contempo la famiglia intesa in senso moderno quale sfera privata degli affetti.
Nell’affermare il proprio ruolo normativo e di detentore monopolistico della forza, lo Stato entra in conflitto con gli altri soggetti che fino a quel momento intervenivano sulla struttura familiare. L’istituzionalizzazione della famiglia ne permette la omogeneizzazione e il controllo dei rapporti in termini confacenti all’incipiente industrializzazione, liberando l’individuo dalla struttura patriarcale, sottraendo la famiglia al controllo di altre organizzazioni e permettendo allo Stato l’inserimento di tale istituzione nei termini più opportuni nel ciclo produttivo nazionale, oltre che dell’obbligo di difesa della Nazione con la coscrizione obbligatoria
Sottraendo il singolo allo strapotere delle altre istituzioni tradizionali (religiose, familiari e comunitarie) mediante il riconoscimento dei diritti individuali, se ne permette una maggiore disponibilità al ciclo industriale – manifatturiero anziché agricolo – artigianale, ma al contempo si carica la famiglia di nuove funzioni assegnate e sorvegliate dal pubblico, al fine di stabilizzare la struttura sociale nei termini utili ai nuovi cicli produttivi.
Tuttavia le nuove tensioni che si creano nei rapporti familiari, sono anche conseguenza di una molteplicità di interventi dello Stato, eseguiti da varie agenzie con scopi e obiettivi non sempre coordinati e univoci talché si ottengono conseguenze differenti tra le varie fasce sociali, molto più profonde per le fasce più deboli a cui le politiche sociali si rivolgono, con costi economici progressivamente crescenti a seguito del moltiplicarsi degli interventi e delle istituzioni pubbliche addette, ne consegue che la famiglia è sempre più esposta e condizionata da una marea crescente di esperti.
L’istituzionalizzazione della famiglia permette di governare la complessità della variabilità dei rapporti interni ed esterni secondo le nuove esigenze produttive della tecnologia scientifica moderna, nell’epoca del trionfo della meccanica l’individuo all’interno della famiglia deve essere un elemento disponibile e gestibile, da inserirsi nel processo produttivo e di consumo.
Tuttavia la famiglia resta un elemento fondamentale nella formulazione dei giudizi di valore necessari per una scala dei bisogni da soddisfare e del modo migliore per farlo, in questo processo emergono le dinamiche di negoziazione e di conflitto, riflesso dell’attività negoziale - conflittuale dell’ambiente sociale.
Il venire meno dei netti confini tra generazioni e del loro sovrapporsi a seguito dell’allungamento delle funzioni vitali della vita, fa venire meno i ruoli storicamente predefiniti e con esso un chiaro e legittimo modello familiare di autorità e quindi di potestà regolamentare, sostituita da autorità esterne.
La continua negoziazione, esaltata dall’individualismo nel gruppo e dal modello consumista, rende possibile una decisa autonomia dei consumi da parte degli adolescenti del tutto indipendente dalla loro capacità economica, ma funzionale alla redistribuzione delle risorse familiari in termini accelerati nell’economia nazionale, con riflessi nel PIL.
Il venire meno dell’autorità centrale familiare crea meccanismi di negoziazione anche per i consumi collettivi familiari (abitazione, alimentazione, salute, ecc.), con ulteriori profondi riflessi sui meccanismi redistributivi delle risorse familiari.
Resta comunque alla famiglia, nel modificarsi delle relazioni, un ruolo centrale economico ed affettivo/educativo, che si riflette nella trasmissione delle differenze di ceto da una generazione all’altra (Bernstein), tuttavia il ridursi del numero dei membri al suo interno comporta un impoverirsi della formazione e trasmissione delle esperienze, nonché delle capacità emotive, vi è pertanto una proiezione esterna presso istituzioni e figure professionali di “esperti”.
Nasce una “cultura degli esperti” capillarmente pervasiva, fornita di modelli disomogenei, che può sfociare in situazioni di insicurezza mentre le generazioni più giovani si rinchiudono in “società segregate per età” al fine di un vicendevole supporto affettivo/emozionale.
La caduta delle tradizionali componenti di obbligo e dovere parentali proprie della famiglia estesa sostituiti dai soli rapporti emotivo/affettivi, funzionale al modello individualista, ha anche riflessi sul modello economico di durata degli investimenti tendendo verso periodi medio/brevi, e introduce nella famiglia ristretta una trasmissione generazionale a livello simbolico/affettivo più che dal controllo, venendo inoltre meno dei concetti quali l’onore, legato all’ambiente di riferimento dall’esistenza in esso dell’ulteriore concetto del diritto di rispetto, nonché dall’obbligatorietà del proprio sacrificio a favore del gruppo in presenza di determinate situazioni.
Dinamiche che si riflettono nelle problematiche di una effettiva integrazione, con i nascenti conflitti sociali per gli immigrati di seconda generazione, una difficoltà nel creare un linguaggio simbolico ricco di significati atti a trasmettere i valori necessari ad una comunità coesa.
Dinamiche che si riflettono nelle problematiche di una effettiva integrazione, con i nascenti conflitti sociali per gli immigrati di seconda generazione, una difficoltà nel creare un linguaggio simbolico ricco di significati atti a trasmettere i valori necessari ad una comunità coesa.
Nell’attuale società individualista, la famiglia e la scuola quali istituzioni sono entrate in crisi, compromettendo le funzioni educative, in un vuoto relazionale e di valori, sostituiti dall’apparenza dei social che nella velocità dell’immediato non permette la maturazione dei sentimenti e delle idee in una sedimentazione temporale, creando una indifferenza perenne senza un progetto di vita, nella crescita di un disagio psicologico che coinvolge ormai il 60,1% degli italiani, con il 62% dei millennials e il 75% della generazione Z, secondo un rapporto pubblicato da Inc Non Profit in collaborazione con Astra Ricerche, circostanza confermata dal crescente uso di alcool e droghe oltre che ludopatia tra i giovani.
Ne è testimonianza l’impoverimento del linguaggio, sia nei termini usati che nella formazione ed esposizione scritta dei concetti, a cui sia affianca la fuga dall’Italia di circa 100.000 laureati negli ultimi 10 anni, con una punta di 21.000 nel 2023 a fronte di soli 6.000 rientri e con il concentrarsi dell’occupazione nei settori a minore valore aggiunto, quali turismo, costruzioni e servizi alla persona, oltre ad una forte denatalità che per il 2024 si attesta al minimo storico di 1,18 figli per donna, secondo i dati Istat dell’ultimo rapporto (Bartolini, Marroni, Trovati, pagg. 1,5 in Il Sole 24 Ore del 22/5/2025, n. 139).
La famiglia è un sistema dinamico in cui ad un trascorrere temporale, si affiancano concetti quali compito evolutivo, stadio di sviluppo e fase propizia, con la necessità di definire i propri confini interpersonali ed a essa esterni, si ché al fattore differenziazione si affianchino i fattori coesione e adattabilità, viene in tal modo a sovrapporsi il sistema emozionale pluri-generazionale con l’aspetto comportamentale economico, sganciato dai precedenti ruoli predefiniti.
Proprio per questi particolari aspetti la famiglia non può assimilarsi ai normali gruppi di lavoro, essa è fornita di relazioni nate da storie condivise e da esperienze di intimità difficilmente ripetibili, tese alla soluzione collettiva dei singoli problemi.
Bibliografia
- B. Bernstain,
Pedagogia, controllo, simbolo e identità. Teoria, ricerca e critica, Lezioni
Ed. 2022.
- M. Recalcati, Il
complesso di Telemaco. Genitori e figli dopo il tramonto del padre, Feltrinelli
2013.
- L. Epicoco, La
scelta di Enea. Per una fenomenologia del presente, Rizzoli 2022.
- AA. VV. , Una
certa idea di Italia, Limes 2/2024.
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